I legami

Editoriale

Tema «Legami»

di Gloria Ciapponi

legami indissolubili

«Indissolubili legami», mostra di di Annibale Vanetti e Jano Sicura

La prima esperienza di dipendenza che ognuno di noi vive, è con la prima figura di attaccamento, un legame naturale e istintivo che rappresenta la prima cognizione di relazione che il bambino sviluppa.

In base ad essa, l'essere umano struttura la propria personalità e le successive relazioni interpersonali, infatti lo stile di attaccamento sarà riproposto anche nel resto dei rapporti affettivi, tra cui quelli d'amore.

Crescendo quindi accanto ai nostri simili, diventiamo parte di un sociale e fonte noi stessi di un flusso informativo, non sempre intenzionale, non sempre efficace e non sempre comprensibile, ma che manifesta il bisogno uno dell'altro. Ed eccoci legati uno all'altro in forme diverse di attaccamento, a volte sane, altre meno, fonti di gioie e di dolori.

C'è un bellissimo passaggio del romanzo Il falco maltese, di Dashiell Hammett, in cui Sam Spade racconta una storia presa dalle sue indagini passate: un giorno un uomo sposato, buon marito e buon padre, lascia l’ufficio e decide di non tornare più a casa, “sparì e basta, come un pugno quando apri la mano”, dice Spade. Cos’era successo? Un incidente, che lo aveva lasciato miracolosamente illeso, lo aveva spinto a ripensare a tutta la sua vita passata e aveva avvertito un bisogno nuovo, urgente, di abbandonare tutto e di andarsene, scomparire. La vita che aveva fino a quel momento vissuta, con tutti i suoi legami sentimentali e lavorativi, gli era sembrata vuota, insufficiente e sentiva il bisogno di stare da solo. Sam Spade, incaricato dalla sua agenzia di investigazioni di rintracciarlo, lo ritrova cinque anni dopo, in una città lontana, in un altro paese addirittura. L’uomo si è risposato con una donna molto simile alla moglie che aveva lasciato e si è rimesso a fare lo stesso lavoro che faceva prima. La sua nuova vita è identica alla vecchia: i vecchi legami dai quali si sentiva oppresso, sono gli stessi che ha voluto ricreare intorno a sé.

È una storiella, che Dashiell Hammett traveste da metafora, ma conferma la definizione di Aristotele nella sua Politica, “Luomo è un animale sociale”, nonché la sempre caustica citazione di Pascal “Tutta l'infelicità dell'uomo deriva dalla sua incapacità di starsene nella sua stanza da solo”.
È davvero curioso pensare che per quanto si sia cresciuti in zone e paesi diversi, con condizionamenti ambientali e culturali differenti, per quanto si sia coltivato il proprio spirito e la propria forte e ricca individualità, la volontà di stringere legami e rapporti prevale.
La necessità di dipendere da qualcosa ci evita di precipitare nella disperazione dell’isolamento, la nostra sfaccettata personalità non basta, il legame con il nostro io è insoddisfacente.

Intessiamo instancabilmente per tutta la vita una fitta rete di legacci, fili invisibili che mentre definiscono sempre più la nostra unicità, ci legano sempre più stretti. E come scriveva il pessimista e geniale Baltasar Gracián y Morales, nella vita occorre forse “Non darsi mai interamente, e non pensare che altri lo faccia con noi. Non sono sufficienti né i legami di sangue, né l’amicizia, né la più stringente obbligazione: son due cose ben diverse concedere l’affetto e legare la volontà”. A noi l'arduo compito di contraddirlo!

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