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I colori

I mille colori delle figurine

Non solo per giovani collezionisti

di Luca Villa

topolino 48 il pescatore

"La numero 15 ce l'ho già, mi manca la 22, Buffon ce l'ho triplo." il bambino ne fa scorrere un'altra decina dal piccolo plico che ha in mano, si ferma, è una bella figurina luccicante: "Cavolo, finisco il Milan. Se mi dai lo stemma te ne do cinque delle mie".


"Che fortunato! A me ne mancano ancora quattro. Domani compero ancora delle bustine, spero di trovarne qualcuna.”
Discorsi da bambini. Frasi tra due giovani collezionisti di figurine. Sì, loro facendo la raccolta delle figurine dei calciatori possono essere considerati dei giovani collezionisti. L’oggetto della raccolta: un piccolo rettangolo di carta o cartoncino, colorato e stampato su uno o due lati, a volte adesivo a volte no.

La figurina

ava 100 puntiLe figurine come le conosciamo noi sono legate ad altri due oggetti: l’album e le bustine. L’album è il raccoglitore delle figurine. Le nostre figurine, adesive, venivano attaccate nell’album nello spazio predisposto. Nell’esempio iniziale dove due ragazzini si scambiavano figurine di calciatori l’album sarà diviso per le squadre e nelle pagine di ogni squadra ci saranno gli spazi, numerati come le figurine, dove mettere tutti i giocatori, a volte anche l’allenatore e lo stemma.
Ho detto numerati perché, è importante, tutte le figurine hanno un solo numero e un solo spazio sull’album dove attaccarle. Gli album completi normalmente riuniscono dalle 300 alle 500 figurine.
A livello collezionistico sono diverse le persone che acquistano vecchi album non completi e cercano le figurine mancanti per terminarlo. Dato che le figurine in questione non sono più presenti in edicola (parliamo anche di album di più di 50 anni fa) le cercano via internet o nei mercatini.
Le bustine sono il contenitore dove le figurine sono riposte al momento dell’acquisto. All’interno di ogni bustina ci sono dalle cinque alle sei figurine, non visibili proprio per non svelare quali numeri si troveranno. Questo porterà ad acquistare più bustine e avere numerose figurine doppie, utili da scambiare con gli amici.
Quanto detto fino ad ora vale per le maggioranza delle figurine. Consideriamo invece ora quelle figurine che non si recuperavano nelle edicole e non venivano distribuite in bustina. Dovremo fare tre passi indietro nel tempo e ritornare al periodo in cui non c’erano i grandi centri commerciali, ma tutti i paesi avevano il loro negozietto di generi alimentari.

Intorno alla metà del XIX secolo in Francia si usava pubblicizzare i propri prodotti dando in omaggio agli acquirenti delle figurine a colori. Tra questi anche il signor Justus Von Liebig, tedesco, di professione chimico, fondatore della omonima ditta alimentare Liebig. Nel 1872 decise di promuovere la propria azienda con le figurine, regalandole all'interno dei prodotti. Funzionò così bene che le figurine Liebig vennero prodotte fino al 1990.
Che cosa raccontano le figurine Liebig? Di tutto. Oltre che elencare i vari prodotti alimentari parlano di storia e geografia, trattano di scienza e natura.
Normalmente le serie tematiche sono composte da 6 figurine o il suo multiplo. Su un lato c'è l'immagine del soggetto della figurina, dall'altra una descrizione, una piccola ricerca scolastica.
La Liebig inseriva inizialmente le figurine nei prodotti, ma più tardi decise di fare delle raccolte a punti, con un certo numero di punti realizzati si riceveva a casa una serie di figurine. La collezione di figurine Liebig ebbe una grande diffusione e questo fa sì che, a parte le primissime serie, le altre si trovino tranquillamente a bassi prezzi. Una fortuna per il collezionista odierno.

miralanza grande nord 2La Mira Lanza, ditta italiana di prodotti per la pulizia, utilizzò negli anni ’60 e ’70 le figurine quali punti per una raccolta che permetteva di ricevere prodotti per la casa. Le prime figurine erano solo pubblicità e riproducevano personaggi quali l’Olandesina, poi è arrivato il pulcino Calimero a promuovere alcuni monumenti italiani. Sono quindi seguite le serie Grande Nord, India Misteriosa, Africa Nera e Favoloso Islam.
Ogni serie era composta da 20 figurine, il singolo pezzo trattava un soggetto diverso, su un lato il disegno, sull’altro la descrizione.
I temi e le immagini accattivanti portavano a collezionare tutte le figurine tralasciando la loro vera funzione, punti da raccogliere e inviare a Mira Lanza per ricevere un oggetto per la casa.

Sia le figurine Liebig che Mira Lanza sono di cartoncino, più o meno spesso, e non sono adesive. Sono diverse tra loro ma non hanno un numero di identificazione. Numero che invece era presente su ogni figurina in omaggio con i prodotti della casa dolciaria italiana Elah, una raccolta dal titolo “Premio Topolino”.

 

Siamo nel 1936–1937

Topolino era da poco sbarcato in Italia (1932) con un suo personale fumetto, di quelli formato giornale come il Corrierino o il Balilla. La Mondadori lo aveva annoverato tra i suoi "dipendenti", una collaborazione che durerà fino agli anni ’80.
Topolino e i vari personaggi Disney dell’epoca erano raffigurati nelle cento figurine che componevano tutta la serie. Una volta terminato l’album inviandolo a Elah era possibile ricevere un premio. Più album si completava, maggiore era di valore del premio che si riceveva.
Alcune figurine della serie a quanto pare furono prodotte in numero minore, limitando così le possibilità per tutti di completare l’album. La figurina più rara era la numero 41 a soggetto "La Donna Fatale". Nell’immagine una donna, forse la caricatura di Greta Garbo, capelli biondi, collana di perle ed elegante vestito nero, china, per questioni di ovvia altezza, stringe un sorridente Topolino. Chissà cosa pensava Minnie di questa figurina…

topolino 39 il telefono animato

Una figurina che si è adattata al prodotto in cui veniva distribuita è quella inserita nei prodotti alimentari Buitoni negli anni ‘70. Buitoni produceva fette biscottate, vitaminizzate e rotonde. Tonde erano anche le confezioni in cui venivano vendute. Così anche le figurine della raccolta "Voli a colori", inserite nella confezione, furono stampate rotonde.
La collezione completa era formata da 32 figurine sulle quali vi erano le immagini di varie località turistiche nel mondo. La raccolta venne realizzata in collaborazione con Navitur Jet, azienda che operava nel settore turistico internazionale (così cita in seconda pagina l’album). Tra le varie figurine ci sono quelle della Jugoslavia, dell’Unione Sovietica e di Hong Kong con bandiera inglese.

La Buitoni Perugina è ricordata tra i collezionisti di figurine per quelle realizzate negli anni ’30. Fecero tanto successo che il governo fascista, in nome dell’ordine pubblico, vietò successivamente altre raccolte simili e regolarizzò la distribuzione delle figurine con l’obbligo che ogni figurina uscisse nella stessa quantità delle altre, vietando di fatto la presenza in una raccolta a premi di una figurina volutamente rara. Il titolo della raccolta a premi era "Due anni dopo" e le immagini delle figurine si rifacevano ai personaggi raccontati in un programma radiofonico dal titolo "I quattro moschettieri" trasmesso dall’EIAR tra il 1934 e il 1937. Il programma era offerto dalla Buitoni Perugina, primo caso di sponsorizzazione radiofonica in Italia.

Nel 1937 venne realizzato il film "Il feroce Saladino". Il titolo faceva riferimento a una figurina della raccolta Buitoni Perugina, la numero 20 in cui era rappresentato il Feroce Saladino. Pompeo Darly, il personaggio principale della storia, faceva la sua fortuna prima vendendo caramelle in cui si riusciva a trovare la figurina del Feroce Saladino, quindi realizzando una rivista (spettacolo teatrale) il cui soggetto era proprio il Feroce Saladino.
La figurina venne considerata rara (volutamente rara) è realmente diventata un’icona del collezionismo di figurine. Nel retro del cartoncino venne indicato che la figurina aveva valore per il concorso fino alla fine del 1940. Ma in quell’anno gli italiani avevano altro a cui pensare, per loro era appena iniziato il secondo conflitto mondiale.