L'albero degli zoccoli

L’albero degli zoccoli è un film di genere drammatico del 1978, diretto da Ermanno Olmi ed interpretato da: Carlo Rota, Luigi Ornaghi, Francesca Moriggi, Omar Brignoli, Antonio Ferreri, Teresa Brescianini, Giuseppe Brignoli, Pasqualina Brolis, Francesca Villa, Maria Grazia Caroli, Battista Trevaini, Giuseppina Sangaletti, Lorenzo Pedroni, Felice Cervi, Pierangelo Bertoli, Brunella Migliaccio, Giacomo Cavalleri, Lorenza Frigeni, Lucia Pezzoli, Franco Pilenga, Guglielmo Badoni, Laura Locatelli, Carmelo Silva, Mario Brignoli, Emilio Pedroni, Vittorio Capelli, Francesca Bassurini, Lina Ricci, Massimo Fratus.


Tra l’autunno 1897 e l’estate 1898, quattro famiglie vivono in una cascina della Bassa Bergamasca. Tra i componenti di questa comunità esiste un profondo legame spirituale e culturale che li porta a vivere insieme cose belle e cose tragiche, avvenimenti ordinari e avvenimenti straordinari.

Quando si tratta di versare al severo Mesagiù, il padrone della fattoria, i due terzi dei prodotti, cercano tutti di barare per guadagnare pochi chili di farina. Quando la bella Maddalena va sposa a Stefano, tutti fanno corona al matrimonio stramattutino e tutti accolgono gli stessi quando tornano da Milano con il bimbetto adottato. Insieme uccidono il maiale; separano i contendenti; ascoltano i racconti dei vecchi; ricevono il parroco, don Carlo: prendono parte alle funzioni religiose e alle sagre paesane. Tutti godono per la miracolosa ‘guarigione’ della vacca della povera vedova Runk. Menek è il bambino di sei anni che, unico della fattoria, frequenta la scuola. Un giorno torna a casa con uno zoccolo rotto. Papà Batistì lavora nascostamente per tutta la notte a intagliargliene uno nuovo. Ma si è servito di un albero tagliato abusivamente. Il padrone lo caccia e tutti gli amici osservano sgomenti e impotenti la sua partenza con la famigliola verso l’ignoto e la miseria.

La vita della cascina lombarda; i moduli del lavoro; il tipo di cibo (polenta e latte, un po’ di stracchino, carne solo nei giorni di festa, e quando si ammazza il maiale); le storie raccontate; di sera, alle famiglie riunite nella stalla, per usufruire del calore delle bestie; il camino come unica fonte di riscaldamento, di giorno (e la “monaca” nel letto, di notte); il parlare sottovoce, l’ossequio per il capofamiglia (e nella famiglia della vedova Runk capofamiglia è considerato il primogenito che lavora, anche se giovanissimo); l’uomo che decide, non senza aver cercato con gli occhi il consenso della donna; gli usi antichi (il rito della primavera, con i bambini che fanno fracasso per cacciare l’inverno); i detti popolari («Quando la luna la se incuruna, la nif la se muntuna» = Quando la luna ha la corona, la neve è in arrivo); il viaggio dei paesani a Milano considerato “lungo e pieno di pericoli” (e sono venticinque, trenta chilometri), e così via.

Ermanno Olmi ritrova fiato ed estro poetico mettendo in immagini le storie contadine dei suoi nonni. Il film circola in due versioni (una italiana e l’altra in bergamasco non proprio stretto, doppiata dagli stessi attori non professionisti). Grande successo in Italia e in tutto il mondo (Palma d’oro a Cannes). In oltre tre ore di proiezione (nell’originale era uno sceneggiato tv) molte le scene indimenticabili (come la semina sotto la prima nevicata, un gesto consumato come in una sacra funzione).

Possiamo dire, senza paura d’essere smentiti, che siamo in presenza del capolavoro dell’unico regista italiano che abbia saputo affrontare la condizione operaia o contadina non come un teorema sociale, ma come un rapporto fra uomo e uomo. E anche l’unico con cui gli attori naturali (che in altri film di radice neorealistica parlano con la voce dei doppiatori o recitano battute scritte) sono protagonisti a pieno titolo e in prima persona. Molti di noi (in senso antropologico: tutti) abbiamo avuto un avo contadino: seguendo Olmi in questo viaggio nell’ade possono ravvisare care sembianze”. (Tullio Kezich da “La Repubblica”)”(…) L’Albero degli zoccoli è prima di tutto una favola, e come tale richiede una lettura mediata, che tenga conto di tutti gli elementi simbolici in essa contenuti, che pur si calano, come in ogni fiaba, nella realtà quotidiana, confondendovisi. In questa prospettiva, i contadini di Olmi, le loro piccole storie e la grande Storia in cui si collocano, acquistano una dimensione poetica che si apre sulla realtà sociale con linee di fuga di straordinario interesse e di viva suggestione.”

Scheda Tecnica Edizione Blu Ray

ProduttoreGeneral Video Recording
DistributoreCecchi Gori HV
Anno pubblicazione2018
Area2 – Europa/Giappone
CodificaPAL
Formato video1,33:1 Anamorfico 1080p
Formato audioND
SottotitoliND
Tipo confezioneAmaray
Numero dischi1
ExtraTrailer

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Scheda Film