La donna

editoriale | Per un'identità ancora da conquistare

di Gloria Ciapponi

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La donna è stata definita luce, colonna portante, origine, vite, camaleonte, creatura di altri mondi, musa... e ognuno cita per lei aforismi storici, tragici, cinici, romantici, goliardici.

Si raccontano le sue straordinarie doti, i suoi temibili difetti, si paragona all'uomo come se fosse il suo antagonista, si pretende da lei coerenza, coraggio, saggezza, umiltà e soprattutto la si vuole eroina capace di valicare qualsiasi pregiudizio.
È da secoli e millenni che le donne cercano di uscire da stereotipi e ruoli, spesso perseguitate, difficilmente capite dalle loro stesse madri e dalle proprie figlie, spesso incapaci di allearsi, condizionate da preconcetti storici e citazioni parziali. La società che viviamo, con una mano le dona uno spazio per parlare, con l'altra le chiude la bocca attraverso leggi pasticciate e costumi vetusti che la vestono da prostituta.
Il fatto è che questo è il secolo delle donne e pochi ammettono di essersene accorti, sarà una lotta durissima, fatta di compromessi, priva di armi perché la guerra non appartiene alla storia e all'identità della donna stessa: una lotta che si gioca tra generazioni che dovranno imparare il valore delle loro sorelle, di quelle che sono venute prima e di quelle che verranno, alleate davvero, senza pretese, ma fiere di un ruolo che le vuole finalmente accanto agli uomini. Donne certe di un'identità che si sceglieranno, ben lontana da vestigia di perfezione, ma che permetterà all'umanità di fare pace con se stessa.

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È il fondamento della dignità umana, quello che dà il valore alla vita di ciascuno e il rispetto che le si deve. Un rispetto che non prevede distinzioni di età, sesso, condizione economica e sociale, che sia davvero universale e assoluto, un principio etico su cui si fondano tutti gli altri valori. E non solo sulla carta, perché il rispetto di ogni essere umano sembra non essere più un valore moderno e spesso accade che dietro a chi si batte in difesa dei diritti e della dignità di ciascuno, si nascondano esseri umani che per primi non rispettano le altrui diversità.

Non dovrebbe esistere alcuna differenza nel concetto di dignità uomo-donna e nel rispetto dovuto a ognuno di noi, esiste però una differenza nel modo in cui la donna viene considerata e quindi trattata all’interno della società, vecchia come la storia dell’umanità: la dignità femminile subisce sempre l’attacco violento più forte. Solo un’educazione al rispetto della dignità umana, che riguardi l’intera vita dell’individuo, potrebbe costituire un fattore preventivo dalle discriminazioni, dai maltrattamenti e dagli abusi verso la persona.
Quali sono i presupposti su cui si fonda la discriminazione della donna e che stanno alla base delle violenze psicologiche e fisiche? Il punto di partenza è proprio il mancato rispetto della sua dignità, che non considera la donna nella sua totalità, fatta di emozioni, vissuti, bisogni, condizioni, passioni, forze, debolezze, nella sua unicità che implica una diversità.

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Dovrò paragonarti ad un giorno estivo?
Tu sei più amabile e temperato:
cari bocci scossi da vento eversivo
e il nolo estivo presto è consumato.
L’occhio del cielo è spesso troppo caldo
e la sua faccia sovente s’oscura,
e il Bello al Bello non è sempre saldo,
per caso o per corso della natura.
Ma la tua eterna Estate mai svanirà,
né perderai la Bellezza ch’ora hai,
né la Morte di averti si vanterà
quando in questi versi eterni crescerai.
Finché uomo respira o con occhio vedrà,
fin lì vive Poesia che vita a te dà.

Sonetto 18, William Shakespeare

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