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Care lettrici - Cari lettori

Sei in Valle è un contenitore culturale, un trimestrale che lancia con questa periodicità dei temi stimolanti, intriganti. Li lancia come una sfida per i nostri collaboratori che scrivono nella propria rubrica dedicata e per chi ci legge, mosso da una sana curiosità. A voi la scelta! Leggere partendo da un tema o farlo consultando la rubrica che più vi interessa.

Esperienza in evoluzione

Il medico, un segmento del sapere totale

di Alessandro Bertolini

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Nulla è più distante dall’essere mago dell’esercizio della medicina moderna. Nel sentire comune, al medico vengono imputate capacità che lo rendono simile ai discendenti di Merlino, quando da uno stato di grave malattia egli ottenga un esito favorevole.

Al contrario, nella normale attività clinica, è l’esperienza e lo studio continuo che portano il medico ad essere il bravo professionista che arriva ai risultati attesi. La medicina moderna è fatta di conoscenze in divenire, che di necessità rendono il medico un segmento del sapere totale. La medicina del terzo millennio è diventata troppo vasta, troppo tecnologica, troppo moderna e l’esercizio di un sapere specialistico diventa sempre più complesso, carico di innumerevoli informazioni e di nuove evoluzioni. Pertanto il clinico deve dedicare tutto il suo tempo all’arricchimento della quota di materia che gestisce. Deve organizzare la propria esperienza e la relativa crescita professionale in un ambito sempre più ristretto.
Mago è chi con una pozione guarisce, chi da una sfera di cristallo interpreta un problema, chi esorcizza un fallimento. Mago è colui che non usa la scienza ma l’illusione. Il medico per guarire deve conoscere, per capire deve studiare, per offrire salute deve essere parte viva di un percorso di aggiornamento che, se non fatto, esclude rapidamente il professionista dai risultati.

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Il cerusico di un tempo viveva di poche pozioni, di poche certezze e di molta commiserazione e quando operava più spesso falliva miseramente. Mentre scrivo, chi esercita la medicina moderna vive in una dimensione prossima alla fantascienza, che rende il sapere di oggi del tutto superato tra pochi mesi. Nessuno addirittura è in grado di dirci quello che sarà la medicina in un domani anche prossimo. La risorsa più grande che abbiamo nella società è il sapere dei vecchi, l’esperienza e i loro consigli. Chi non chiede al proprio padre se acquistare una casa, accettare un lavoro, un giudizio sulla prossima moglie? Chi ha la fortuna di avere ancora dei nonni passa dai genitori a costoro, perché l’esperienza di quanti in famiglia sono nati prima è sempre considerata la più valida. Nell’antica Roma i senatori erano scelti tra i più vecchi e avevano un grosso peso nel controllo e nella crescita della società.

Oggi quando uno smette di fare il medico e si propone come un vecchio senatore romano può solo essere usato come testimonial della bontà del messaggio salute, perché chi esce dal circuito sanitario e abbandona il continuo aggiornamento, in breve tempo perde quella capacità di sostenere con consigli scientifici validati chi ne abbia davvero bisogno. L’evoluzione del sapere, se non viene più intercettata dal professionista, porta costui fuori mercato e a rischio sicuro d’inefficacia. Il professionista non sarà più tale e non potrà esercitare un sapere che qualcuno erroneamente potrebbe interpretare come magico. La magia in medicina in ogni caso esiste, se vogliamo riferirci all’argomento. Essa è rappresentata dall’immediatezza delle conoscenze e dalla rapidità della distribuzione del sapere.

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Esiste un mondo che va oltre i confini, che usa l’inglese come lingua universale, che trasmette ovunque risposte sul che fare. Questo sapere universale, che si riverbera lungo le vie dell’elettronica, tiene uniti tutti quelli che si occupano dei malati, dei loro bisogni e soprattutto li porta all’immediatezza dell’agire, rendendoli in grado di dare risposte che non siano basate su una fasulla impressione o sulla faciloneria del vecchio cerusico.
La magia della medicina è in grado di diffondere un sapere scientifico concreto, che trasforma il gestore delle conoscenze in un individuo potente, il solo in grado di gestirsi tra il bene e il male nella richiesta di aiuto. Questo sapere non è negoziabile, non è frutto di mediazioni opportunistiche, è libero, verificabile e, approvato dalla comunità medica, diventa una verità assoluta ovunque diffusa, perché fruibile in chiave elettronica.

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Foto: Die Welt

Nel terzo millennio, chi dipende dai capricci di un mago deve sapere che questi è colui che non segue la scienza, che non si nutre di scienza, ma che dopo aver letto qualche riga del sapere scientifico, quel poco che è in grado di comprendere, diventa un latore di controinformazione. Questo nuovo Merlino trasmette come un vecchio santone certezze che non sono verità scientifiche e le racconta con un linguaggio semplice e ricattatorio, che possa comprendere solo chi non abbia un percorso formativo adeguato. Il vero mago è solo costui, che fa danno quando sostiene che i vaccini sono pericolosi, quando propone cure non validate per malattie degenerative, quando dispensa farmaci senza sapere a che servano, quando si professa capace di guarire il cancro come fossimo nel Medio Evo.
Il Mago oggi è la più alta espressione dell’antimedicina. La Medicina vera è una scienza di comunità, costituita dalla somma di tutti i professionisti che onorano la professione ogni giorno, usando il buon sapere comune per aiutare i malati.

 

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