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L'estetica della scienza
Quando l'artista si muove tra spazio e tecnologia
Breve viaggio nell'arte attraverso i secoli in cui la scienza e la tecnologia tracciano un nuovo senso estetico
Se la matematica diventa arte
Robyn Leah, Chaos and Cosmos, 2016. Tecnologia digitale mixata. USA, Houston (Texas)
Quest’opera, il cui titolo parla di disordine e confusione, è in realtà stata creata basandosi su precisi calcoli matematici. L’artista, utilizzando le tecnologie digitali, ha combinato le figure frattali con la sezione aurea, e ha dato vita ad una composizione che ci racconta l’origine dell'universo nella sua tensione dinamica.
I frattali sono figure geometriche caratterizzate dal ripetersi all'infinito di uno stesso motivo su scala sempre più ridotta. Il termine frattale venne coniato nel 1975 dal matematico polacco Benoit Mandelbrot, e deriva dal latino fractus: frazionato, spezzato. I frattali, nel nostro caso, sono stati costruiti sulla sezione aurea, una proporzione costante tra numeri, che dà vita ad una spirale perfetta, questa è assai apprezzata dall’occhio umano perché percepita come particolarmente armoniosa.
Canaletto e la camera ottica
Giovanni Antonio Canal detto il Canaletto, Regata sul Canal Grande a Venezia, 1740 ca. Olio su tela 122,1 x 182,8 cm. Londra, National Gallery
Canaletto è stato uno dei massimi Vedutisti del XVIII secolo e molti dei suoi dipinti sono stati realizzati con l’ausilio della camera ottica: una sorta di macchina fotografica ante litteram. Questo apparecchio, chiamato anche camera oscura, era conosciuto già nei secoli precedenti, ma nel Settecento si era ormai evoluto in uno strumento di facile utilizzo. Canaletto si appostava, con la sua camera ottica portatile, nei vari angoli di Venezia e ricalcava l’immagine rovesciata, ottenuta attraverso la camera, su più fogli: non semplici schizzi, ma veri e propri disegni prospettici che uniti insieme gli permettevano di costruire rigorose rappresentazioni panoramiche. Proprio da disegni come questi Canaletto trasse il dipinto Regata sul Canal Grande - una delle feste più famose di Venezia - in cui la luce forte e limpida che inonda l’opera contribuisce ad ampliare ulteriormente l’apertura scenica della veduta.
Disegno: © (MVSA) - Comune di Sondrio
L’orologio del pittore
Pietro Ligari, Meccanismo di orologio, quarto decennio del XVIII secolo. Penna e inchiostro bruno su carta 270 x 190 mm. Sondrio, Museo Valtellinese di Storia e Arte
Il valtellinese Pietro Ligari fu artista estremamente versatile: pittore, architetto e disegnatore di arredi, ma i suoi interessi spaziavano ben al di là delle Arti figurative. Il Maestro era anche appassionato di agricoltura - scrisse un intero trattato sulla coltivazione della vite - e di “cose mecaniche” come lui stesso le definiva: si dilettava nella costruzione di organi e orologi, alcuni dei quali sono giunti fino a noi. Questo disegno mostra lo studio per il meccanismo di un orologio posto all’interno di una cassa rettangolare. Molto probabilmente si tratta dell’orologio a pendolo che Pietro Ligari realizzò per il proprio studio d’artista e che è tuttora conservato presso il Museo di Sondrio. Nel disegno accanto ad ogni ruota del meccanismo è riportato, con la grafia del Maestro, il numero di giri che questa doveva compiere per il corretto funzionamento dell’orologio.
La ruota e il mito del moto perpetuo
Ruota dell’automobile Pagani Zonda F, 2005
Poche cose hanno catturato la fantasia degli Esseri Umani come l’idea del moto perpetuo, un concetto semplice ed elegante: una ruota che gira da sola e magari produce anche lavoro utile. La Storia fornisce numerosi esempi di raffigurazione del moto perpetuo: la ruota nel taccuino di disegni di Villard de Honnencourt (XIII sec.), quella “a balotte” in uno schizzo di Leonardo, oppure la ruota nella “stanza sigillata” di Orffyreus (XVIII sec.). La fisica però non ci lascia scampo: il moto perpetuo non è dato e dobbiamo accontentarci di un motore che faccia girare la ruota, per fortuna almeno il tipo di ruota possiamo sceglierlo noi… e se proprio dobbiamo, che almeno sia superlativa! Una ruota come quella della casa automobilistica Horacio Pagani dove materiali d’avanguardia, alta tecnologia e design aerodinamico si sposano in un connubio perfetto. Una ruota che diventa lezione di stile e ricorda l’eleganza e il dinamismo che si ammirano alzando lo sguardo sotto alcune delle più belle cupole barocche.
Un ringraziamento alla casa automobilistica Pagani per aver concesso l’immagine e in particolare a Thomas Lee dell’ufficio stampa per la disponibilità dimostrata.