La morte

Editoriale

Tema «La morte»

di Gloria Ciapponi

la morte editoriale

Da sempre letterati, artisti, filosofi e studiosi si sono cimentati in riflessioni sull'esistenza, difficile separarla dal suo finale.

Ma pensare alla morte è un'impresa complessa, molteplici sono i punti di vista da cui partire: antropologico, scientifico, religioso, storico, sociologico, psicologico, filosofico. Le conclusioni che possiamo trarre da un'indagine che approfondisca il tema, ci permettono di raggiungere risposte difficilmente univoche. C'è chi arriverà a rattristarsi, chi si sentirà sollevato, chi dovrà sopportare un angosciante sconforto, chi si rifugerà nella propria fede, chi resterà saldamente e impassibilmente ancorato a teorie scientifiche.

Anche i grandi pensatori ci hanno lasciato moltissime perle su un tema inflazionato quasi quanto l'amore, secondo Marco Aurelio "la morte sorride a tutti; un uomo non può far altro che sorriderle di rimando", mentre per Arthur Schopenhauer "non v'è rimedio per la nascita e la morte salvo godersi l'intervallo", come per la contemporanea Joan Baez secondo la quale "non si può scegliere il modo di morire. E nemmeno il giorno. Si può soltanto decidere come vivere vivere. Ora", secondo Isaac Asimov "La vita è piacevole. La morte è pacifica. È la transizione che crea dei problemi". I più insomma sembrano tendere a considerarla un processo, l'ingrediente ultimo della nostra terrena esistenza.

Tuttavia sembra che persino i più spavaldi e coraggiosi, non riescano a resistere alla tentazione di parlarne, nel tentativo di tradurla, di smascherare quel fascino luttuoso che la avvolge di mistero. Qualcuno la celebra, altri la raffigurano, le dedicano trattati, poesie, ricerche, tutto per lei, per corteggiarla, esorcizzarla o semplicemente affrontarla, forse con lo scopo di costruire infine con le proprie ossa, ottimo concime organico, la base di una civiltà più onesta per chi morirà dopo di noi.

 

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